Israele: la dipendenza tossica dalla Forza
Proseguendo il massacro di Gaza – 38.011 vittime registrate, per lo più donne e bambini, e 87.445 i feriti – si registra che Hamas ha fatto pervenire alla controparte una nuova formulazione per un possibile accordo di tregua, che dovrebbe portare alla liberazione degli ostaggi israeliani.
Riportiamo, sul punto, il significativo titolo del Timesofisrael: “I funzionari israeliani affermano che l’ultima risposta di Hamas è fattibile, ma sostengono che il primo ministro sta danneggiando i colloqui”. Dinamiche nefaste che si ripetono in questa guerra.
La parola resta alle armi, con Israele che imperversa a Khan Yunis, ma con le bombe che uccidono i palestinesi anche nelle cosiddette “zone sicure”.
Su quanto sta accadendo a Gaza e sulle dinamiche del potere israeliano, decisive per le sorti del conflitto, appare di interesse quanto scrive Nissim Douek su Yedioth Aeronoth, in un articolo nel quale denuncia – così nel titolo – “La disastrosa idea dell’esercito onnipotente”.
Dopo aver illustrato “l’imbarazzo” di opinion leaders, analisti e politici israeliani perché, nonostante i proclami roboanti, la vittoria su Hamas non si concretizza, annota: “Il colpo quasi decisivo è stato loro inferto la scorsa settimana dal portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, che è rimasto invischiato nella cosa peggiore che potesse capitare a un portavoce dell’IDF: ha detto la verità. Questa settimana, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi si è unito a lui ribadendo le sue parole”.
“‘È impossibile distruggere o far crollare Hamas’, ha detto Hagari in una serie di interviste televisive, spiegando che, sebbene l’IDF può essere vicina a sconfiggere militarmente l’organizzazione terroristica, Hamas è un’idea e chiunque racconti una storia diversa sta semplicemente prendendo in giro l’opinione pubblica”. Il colpo a Netanyahu è diretto e inequivocabile.
L’esercito onnipotente di Israele
Tali dichiarazioni hanno suscitato un vespaio, tanto che i generali israeliani sono stati accusati di essere “de sinistra”… invece, scrive Douek, “Hagari ha solo rinfrescato la memoria dell’opinione pubblica sui limiti del potere”.
Il punto, annota il cronista, è che Israele non ha mai riconosciuto i limiti del potere militare, col quale affrontato le difficoltà: “non c’è problema o disagio che [la forza] non possa risolvere: tattico, strategico o un intoppo al controllo passaporti”, dove l’ultimo riferimento è alla brutalità usata nei confronti dei palestinesi che entrano, meglio entravano, in Israele per lavorare.
“Da qui la rabbia cieca, la distruzione, la rovina e le uccisioni che abbiamo scatenato, perché avevamo promesso che Gaza si sarebbe trasformata in un campo da calcio senza erba; abbiamo portato King Kong che afferra le torri di Gaza e le schiaccia tra le dita come se fossero polvere sottile”.
Ma “non solo coloro che avrebbero dovuto crollare non sono crollati, e non solo la ‘pressione militare’ non ha riportato indietro gli ostaggi, ma gli ostaggi vengono uccisi uno dopo l’altro a causa dell’immensa distruzione che abbiamo provocato [esplicitando, dalle bombe israeliane ndr] e all’interno dei territori sovrani di Israele sono emerse due cinture di sicurezza emorragiche e logoranti, dalle quali sono fuggiti i nostri stessi residenti”.
L’esercito onnipotente, che doveva garantire la sicurezza alla fortezza israeliana, non è riuscito né riesce a tale scopo, anzi “le vendite di generatori di elettricità privati, di telefoni satellitari, di cibo in scatola, delle bottiglie d’acqua e, in cima a tutto, dei biglietti per i rifugi, stanno salendo alle stelle”.
“E l’esercito onnipotente è costretto a presentarsi di fronte ai suoi cittadini e a spiegare in parole semplici che […] anche il potere dell’onnipotente è limitato”.
La tossicodipendenza dalla Forza
“Ora, prima di una guerra in Libano, che porterebbe altri disastri nella regione, vale la pena fissare un appuntamento in una clinica di riabilitazione e liberarci dall’idea di questo potere illimitato. Il metodo degli Alcolisti Anonimi ha 12 passaggi, ma tutto inizia con la presa di coscienza del tossicodipendente di aver perso il controllo della propria vita e di essere impotente contro la sostanza dalla quale è dipendente. È il primo, cruciale passaggio”.
“Ai fini della riabilitazione, è necessario un aggiornamento del software collettivo: dobbiamo separarci dai generali in pensione che inondano gli studi televisivi e spingono l’esercito a far morire di fame, di sete, a scacciare, a distruggere e uccidere”.
“Dobbiamo smettere di ammirare il comandante della compagnia che nell’addestramento di base ci spiega che ‘ciò che non funziona con la forza, funziona esercitando più forza’. Capire che Bar Kokhba [a capo dell’insurrezione ebraica contro i romani ndr] ha portato il disastro sugli ebrei e che il suicidio presumibilmente eroico di Masada è stato invece un fallimento [circondati dai romani, gli ebrei ribelli si suicidarono tutti ndr]”.
“Dobbiamo imparare a mettere da parte tutto questo. Liberarcene. Imparare a non fare affidamento su di ciò e a non ricorrere a questi esempi nei momenti di crisi o di angoscia. Sono la nostra amara rovina”.
“Il terribile colpo che ci è stato inflitto [il 7 ottobre ndr] e la guerra più lunga nella storia di Israele – conclude Douek – dovrebbero insegnarci un’importante lezione sui limiti del potere, sulla necessità di risolvere i conflitti attraverso una diplomazia attenta, alleanze e accordi. Dovrebbe insegnarci che l’uso della forza è solo un mezzo e il suo costo è pesante – in vite, a livello economico, nella società e nella perdita di amici in tutto il mondo”.
Ci sia consentita una postilla: annotazioni del genere sono di conforto nel buio che incombe sul mondo e che ci vuole coraggio, tanto coraggio, a dire e scrivere certe cose in Israele.
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