Larry Fink, Black Rock e l’agenda ESG
di Roberto Pecchioli - 09/07/2023
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Fonte: EreticaMente
Il culto di Mammona ha come dio il denaro, o meglio l’Utile
a fini di dominio. Ha molti demiurghi, l’iperclasse globalista che
possiede tutto, comprese le nostre vite. Una cupola nemica che abbiamo
il dovere di identificare con volti, nomi e cognomi: è un bisogno
essenziale dell’umanità conoscere e riconoscere per decidere chi è amico
e chi non lo è. Il potere è reticolare nella struttura – per questo è
tanto difficile attaccarlo – ma piramidale nella catena di comando.
È
bene tornare ai fondamentali, alla “legge ferrea” di Roberto Michels:
tutte le strutture umane evolvono in oligarchia. Il potere appartiene a
chi sa meglio organizzarsi, come spiegò Gaetano Mosca. “In tutte le
società regolarmente costituite, nelle quali vi ha ciò che si dice un
governo, […], troviamo costantissimo che i governanti, ossia quelli che
hanno nelle mani ed esercitano i pubblici poteri, sono sempre una
minoranza, e che, al di sotto di questi, vi è una classe numerosa di
persone, le quali non partecipando mai realmente in alcun modo al
governo, non fanno che subirlo; esse si possono chiamare i governati. “
Con
buona pace dei principi e delle procedure “democratiche”, è proprio
così. La differenza rispetto al passato è che il potere delle classi
politiche, esercitato da sempre su mandato fiduciario delle élites
economiche e finanziarie, è oggi direttamente esercitato da queste
ultime. È quindi fondamentale analizzare le personalità che compongono,
per usare il lessico marxiano, la “struttura”, ossia il livello più
elevato del potere.
Uno degli iperpadroni è Larry Fink, settantenne
ebreo californiano, fondatore e dominus di Black Rock, la Roccia Nera,
il più grande fondo d’investimento del pianeta, il cui portafogli ha un
valore di circa diecimila miliardi di dollari, pari al PIL annuo di
Germania, Francia e Italia insieme. Fink fa parte della direzione del
Forum Economico Mondiale di Davos, il volto visibile del potere
globalista, è componente del CFR (Council for Foreign Relations) da un
secolo il più influente circolo riservato d’America e risulta
sostenitore del Partito Democratico, come gran parte dei vertici della
finanza e dell’industria tecnologica. Un curriculum formidabile per un
uomo tra i più potenti del mondo, che determina gli investimenti
miliardari della Roccia Nera e, a cascata, degli altri fondi padroni del
mercato, cioè dell’economia, delle finanze, degli Stati, delle
organizzazioni transnazionali.
Le azioni, le opinioni, le preferenze e
le idiosincrasie di Larry Fink diventano in un attimo l’agenda
obbligata del mondo occidentale, per l’0vvia ragione della prevalenza di
Mammona su ogni valore e principio. I suoi ordini sono impartiti sotto
forma di lettere periodiche agli investitori. Black Rock è oggi il
padrone della disgraziata Ucraina, i cui terreni e asset ha comprato a
prezzi di saldo, assicurandosi il monopolio della ricostruzione post
bellica.
Nell’ultima comunicazione alle aziende ha dettato la linea:
“tutte le imprese e le industrie si trasformeranno con la transizione a
un mondo di zero emissioni nette. La domanda è: sarai un leader o sarai
guidato? “Insomma, o ci stai o ti distruggiamo. Ora sappiamo chi è il
motore dell’ideologia climatica.
Al recente Aspen Ideas Festival
(Aspen dice qualcosa alla presidente del governo italiano?) Fink ha
aperto un altro fronte, delicatissimo. “Non userò la parola ESG perché è
stata male utilizzata dall’estrema destra “(la bestia nera, nemico
assoluto della cupola). Fink è uno dei grandi sponsor del mostro noto
come “Environmental Social and Governance (ESG), ambientalismo estremo e
dogmi woke applicati alla direzione della grande impresa I criteri ESG
determinano investimenti, leggi, politiche pubbliche, cambi nei
prodotti, perfino la scelta della catena di comando delle aziende. Sono
diventati la Bibbia obbligata dell’impresa inclusiva e resiliente, di
cui Larry è il sommo sacerdote.
In passato ESG ha avuto nomi come
“investimento a impatto sociale” o “investimento sostenibile”. Il
concetto intende obbligare alla nuova moralità, costringendo ad
accettare profitti inferiori a breve e medio termine con il ricatto di
priorità ideologiche, climatiche, “inclusive”, gender fluid ed
“antirazziste”. BlackRock ha esplicitamente abbracciato le idee del
radicalismo woke, operando uno “spostamento trasformativo verso la
sostenibilità” nelle sue strategie, includendo “considerazioni sulla
sostenibilità e sul clima nei processi di investimento”. Ricattati dalla
prospettiva del disinvestimento di Black Rock, con gravi conseguenze
sui mercati e presso le onnipotenti agenzie di rating (proprietà dei
soliti noti) le aziende sono costrette ad accettare l’agenda ESG.
Fink
gestisce partecipazioni in tutte le più grandi società del mondo, tra
cui Amazon, Apple, MasterCard, Johnson & Johnson, Walmart e Walt
Disney. Dal 2021 la Roccia Nera ha preso misure di disinvestimento
contro cinquantatré società per imporre la sua ideologia e ne ha messo
sotto osservazione altre centonovantuno, colpevoli di non avere eseguito
gli ordini di Fink. Il voto per delega è la modalità con cui Black Rock
prende decisioni per conto di altri, i soggetti finanziari, le aziende e
gli investitori privati di cui gestisce il patrimonio. Ciò le
conferisce un’enorme influenza sulla gestione. Nel 2021 ha imposto
attivisti per il clima nel consiglio d’amministrazione di Exxon Mobil
per spingere la compagnia petrolifera a investire in energia eolica e
solare anziché in combustibili fossili. Il gigante farmaceutico Abbott
Labs è stato costretto ad adottare un piano per promuovere la cosiddetta
“giustizia razziale”; Black Rock ha “esortato” UPS – trasporti
internazionali – a ridurre più in fretta le emissioni di carbonio e
spinto Home Depot, multinazionale dei prodotti per la casa, ad aprire
un’inchiesta interna sulla solita equità razziale.
La crescita dei
criteri ESG è dovuta all’impulso dell’ONU all’Agenda 2030, a conferma
che le organizzazioni transnazionali sono strumenti nelle mani della
cupola dei padroni universali, attraverso le grandi donazioni detassate
delle fondazioni dei miliardari (finanziamo noi chi lavora contro i
nostri interessi e principi!) tese a imporre con il ricatto e il denaro i
cambiamenti sociali, politici, strutturali utili ai loro interessi di
dominio. Larry Fink è soltanto il più brutale e sincero. L’agenda ESG,
manipolata da Black Rock, è in grado di determinare il controllo
politico e sociale; in un video del 2017 Larry Fink lo ammise in un
forum organizzato dal New York Times. “I comportamenti dovranno
cambiare. Questo chiediamo alle aziende Si deve forzare il
comportamento. Black Rock sta forzando i comportamenti”.
Non tutto
va a gonfie vele, tuttavia: molte aziende hanno visto diminuire i
profitti a causa di campagne pubblicitarie invise ai consumatori, altre
sono governate con imperizia da dirigenti e consigli d’amministrazione
formati con quote etniche e di “genere”. Negli Usa, specie negli Stati
repubblicani, è in atto un cauto, progressivo disinvestimento da Black
Rock. Se le attività di Fink entrano nel dibattito politico, è logica
una reazione politica. Lo Stato della Florida ha disinvestito almeno
cinque miliardi da asset controllati dalla Roccia Nera.
“I criteri
ESG sono una forma di comunismo che mira a renderci tutti schiavi”, ha
affermato l’ex dirigente di Anehuser-Busch (bevande analcoliche e birra)
Anson Frericks, che ha criticato Fink per aver impegnato “denaro dei
comuni cittadini” negli investimenti ESG obbligandoli ad abbandonare
buoni affari nei combustibili fossili. L’ arroganza e l’onnipotenza di
Fink hanno irritato moltissimi; la furia nell’applicazione
dell’ideologia woke nel mondo degli affari è diventata insostenibile,
producendo ambienti di lavoro litigiosi, dal clima irrespirabile, e
prestazioni scadenti.
Ciononostante, Larry continua imperterrito a
ricattare le aziende, piegandole alla sua prospettiva ideologica. La
politica di Blackrock, ripete, non cambierà ed entro il 2030 (l’anno
magico di Davos e dell’ONU) almeno tre quarti degli investimenti avranno
l’obiettivo della drastica riduzione delle emissioni di CO2 e il
conseguimento della sua agenda politico-ideologica. Con l’arroganza di
chi si sente onnipotente, ha osservato che le perdite di miliardi di
dollari a causa dell’imposizione dei criteri ESG non significano nulla,
rispetto all’immensità del patrimonio gestito. L’ affermazione dimostra
che il profitto economico non è più l’obiettivo primario degli
iperpadroni, un elemento che l’opinione pubblica fatica a comprendere.
Chi ha già tutto, considera il denaro solo un mezzo: aspira al dominio
totalitario sul mondo e sugli uomini.
Qualche scricchiolio si fa
sentire, specie tra chi ha investito nei fondi pensione, i cui
rendimenti sono diminuiti significativamente anche a causa della follia
ESG. Qualcuno comincia a abbandonare la barca. Vanguard, secondo fondo
al mondo per capitali gestiti – settemila miliardi di dollari – si è
ritirata dall’iniziativa Net Zero Asset Managers sponsorizzata dalle
Nazioni Unite, abbandonata da metà dei suoi membri. “L’iniziativa Net
Zero Asset Managers è un gruppo internazionale di gestori patrimoniali
impegnati a sostenere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra
entro il 2050 o prima, in linea con gli sforzi globali per limitare il
riscaldamento a 1,5 gradi Celsius; e a sostenere gli investimenti in
linea con le zero emissioni nette entro il 2050 o prima.”
(https://www.netzeroassetmanagers.org/).
Le regole ESG negli Stati
Uniti sono al centro di una guerra politica con un livello di intensità
senza precedenti. Già si intravvede la possibilità di una bolla
finanziaria attorno al mercato delle energie alternative, mercato nel
quale gli apostoli ESG stanno indirizzando gli investimenti. Larry Fink
lamenta la politicizzazione contro i criteri ESG, come se essi stessi
non fossero criteri politici: lancia il sasso, nasconde la mano, si
atteggia a vittima. Tutto molto woke, l’insana ideologia dei
risvegliati.
Intanto, Fink è assai concentrato sul ruolo di Black
Rock in Ucraina e sull’influenza nei confronti del governo americano. Un
alto dirigente di sua stretta fiducia, delegato agli investimenti
sostenibili e alle strategie multi-asset, è entrato nel Dipartimento del
Tesoro, divenendo responsabile delle finanze federali e del controllo
sulle banche, consulente principale sulle questioni economiche relative a
Russia e Ucraina.
Fink è altresì uno dei padroni del mercato
immobiliare statunitense e mondiale. Il Wall Street Journal sostiene che
Black Rock distorce il settore, spendendo ingenti somme per acquistare
case, interi complessi, pezzi di città. Il suo obiettivo? Alzare i
prezzi, rendere estremamente difficile la proprietà della casa, creando
una generazione di inquilini. Il paladino della giustizia sociale
espelle le classi lavoratrici da moltissimi quartieri.
L’ origine
del denaro con cui il governo ucraino paga il servizio di consulenza a
Black Rock – che non ha in portafogli opere di beneficenza – sono le
tasse degli Stati occidentali e, soprattutto, dai contribuenti
americani, costretti nel 2022 a versare tredici miliardi di dollari per
lo sforzo bellico, che – parola di Biden – continuerà “per tutto il
tempo necessario”. Ovvero, tutti noi stiamo finanziando Black Rock
attraverso il governo Zelenski, nello stesso tempo in cui, ignorando il
destino finale dei nostri risparmi, forniamo ai padroni dei fondi la
liquidità necessaria per investimenti il cui scopo è espropriarci di
tutto, a partire della casa. Un suicidio per ignoranza, possibile a
causa della malizia dei governi e dei media, complici dell’agenda
globalista che avvantaggia pochi a scapito di tutti, come ha ammesso la
stessa Black Rock nelle previsioni per il 2023.
È l’agenda di Davos e
dell’ONU: Grande Reset uguale grande esproprio. Non avrai nulla e sarai
infelice. Consòlati con l’inclusione, la resilienza e la fluidità
sessuale.
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