Le condizioni di un possibile cambiamento
di Roberto Buffagni - 11/06/2023
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Fonte: Italia e il mondo, Geopolitica e Storia
In Italia, quando ci sarà (se ci sarà) un minimo sindacale
di opposizione politica alla strategia USA in Ucraina? Conte,
incoraggiato dal Vaticano, ha provato ad aprire timidamente bocca, è
stato attenzionato e castigato (scissione Di Maio, sconfessione di
Grillo). Ha dunque ritenuto che conviene fare (e perdere) lotta dura
senza paura sul 110%, chi tocca l’Ucraina tocca i fili dell’alta
tensione e se non muore stava sicuramente meglio prima.
Previsione:
in Italia (forse, speriamo, in Europa) ci sarà un minimo sindacale di
opposizione politica alla strategia USA in Ucraina quando si saranno
verificati due fatti madornali, impossibili da nascondere con il
maquillage retorico e forse anche con la chirurgia plastica. (Si parva
licet: gli italiani si opposero in massa alla nostra partecipazione alla
IIGM quando gli cominciarono a piovere in testa le bombe Alleate, non
prima).
I due fatti madornali sono:
a) sconfitta della
controffensiva che gli ucraini stanno preparando – per ragioni politiche
più che militari – per il prossimo agosto-settembre. La sconfitta
ucraina è probabile, perché il meglio dell’esercito ucraino sta subendo
perdite gravissime nella battaglia di annientamento in corso nel
Donbass, gli armamenti occidentali arrivano ma in misura insufficiente, e
le truppe ucraine che saranno impiegate nella controffensiva saranno di
scarsa qualità e male armate, mentre i russi avranno il vantaggio della
difesa, e di una capacità di combattimento, potenza di fuoco e
logistica superiore. Ci sarebbe anche il presupposto che i russi NON
possono permettersi di perdere, e disponendo di risorse strategiche
enormemente superiori alle ucraine prima o poi, in un modo o nell’altro
vinceranno: ma questo fatto preliminare si poteva rilevare il giorno 1
dell’operazione militare speciale, e non è stato notato quasi da
nessuno.
b) crisi energetica (probabilmente i russi chiuderanno i
rubinetti dopo la sconfitta della controffensiva ucraina); crisi
economica patente e grave: chiusura di aziende, disoccupazione che
cresce, prezzi che impennano, salari che non ce la fanno, in breve ci
accorgiamo che la vita quotidiana non va più avanti come prima e farci i
fatti nostri diventa assai complicato.
Se si verificheranno questi
due fatti madornali (probabile) il problema sarà la capacità soggettiva
delle forze politiche realmente esistenti di fare un’opposizione
decente, motivandola in modo da farsi capire dalla popolazione. Sarà un
grosso problema. Le forze politiche realmente esistenti sono quel che
sono [omissis] e la motivazione principale per opporsi alla strategia
USA in Ucraina è realistica: parteciparvi è manifestamente contrario
all’interesse nazionale italiano e ci può provocare danni colossali,
irrimediabili.
Le argomentazioni realistiche sono decisamente
indigeribili per il popolo italiano, per complesse ragioni culturali che
non ho voglia di analizzare, ma che si possono riassumere in queste due
frasi:
a) la prospettiva realistica non prevede alcun lieto fine, e il lieto fine piace a tutti
b)
è largamente diffusa la bizzarra teoria che in Ucraina si svolge un
conflitto tra autocrazie e democrazie, e “la democrazia” agli italiani
piace molto, anche se ciascuno dà alla parola “democrazia” il
significato che preferisce lui, di solito eleggendola a sinonimo di un
suo personale Mulino Bianco, liberale, socialista, costituzionale,
comunista, primorepubblicano, anni 80 con Jerry Calà & Umberto
Smaila di “Colpo grosso”, etc. Rinunciare al Mulino Bianco è difficile.
C’è
un altro fatto madornale che potrebbe verificarsi e aiutare: una
sconfitta devastante dei Democrats alle elezioni di midterm
statunitensi. I favorevoli all’attuale linea strategica USA si trovano
anche nel partito repubblicano, ma l’opportunità di scaricare la colpa
di tutto sull’avversario politico sconfitto potrebbe aprire qualche
spiraglio di discussione negli Stati Uniti, che guidano questo treno su
cui siamo incautamente saliti.
Secondo me, stiamo messi così. No, non
c’è il lieto fine, mi spiace. C’è una fine tutt’altro che lieta per
l’Italia se non ci sganciamo da questa strategia, questo sì. That’s all,
folks.
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