Quale offensiva?
di Francesco Corrado - 14/05/2023
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Fonte: Francesco Corrado
Sono mesi oramai che si parla, nella stampa mainstream,
della offensiva che le forze armate ucraine dovrebbero condurre contro
l'esercito russo. Sgombriamo il campo da fraintendimenti: allo stato
attuale delle cose non ci sarà nessuna offensiva ucraina. Gli ucraini
non hanno alcuna possibilità di attaccare i russi.
Nella storia
militare di solito azioni di questo tipo si studiano e si cerca di
attuarle nel più totale segreto, per prendere il nemico alla sprovvista.
In questo caso siamo di fronte all'azione militare più propagandata
della storia e lo è proprio perché si tratta di una fantasia, di una
cosa che non avverrà mai, allo stato attuale delle cose.
La funzione
di questa tanto sbandierata offensiva sta nel fatto che continua a
tenere alta l'attenzione degli occidentali, in modo da rimanere fermi
nella loro fallimentare politica di appoggio all'Ucraina in una guerra
che è destinata a perdere, con conseguenze drammatiche per la
popolazione locale.
Negli ultimi 15 mesi la stampa occidentale, come
d'abitudine, ha dipinto una situazione del conflitto ucraino del tutto
distaccata dalla realtà. Il canovaccio è sostanzialmente il seguente: i
russi cattivi e criminali, del tutto disorganizzati e incapaci, stanno
subendo inenarrabili perdite da parte degli ucraini che, armati
dall'occidente e disponendo della superiorità dei nostri armamenti,
stanno resistendo ai russi e appena la situazione del clima migliorerà
libereranno il territorio ucraino (Crimea inclusa) dall'invasore.
Nei
fatti le cose sono del tutto differenti. Che il tifo sfegatato obnubili
la capacità di analisi si sa, ma qua siamo di fronte ad una
manifestazione di follia collettuva, peggio del battage pubblicitario
della guerra in Iraq.
Essenzialmente i russi avevano concepito
l'operazione militare speciale per costringere gli ucraini alle
trattative. Chi crede che l'uso della terminologia "operazione militare
speciale" sia sintomo di pronezza ai voleri russi è il solito
semplicista destinato a capire niente. I russi se avessero iniziato una
guerra (com'è quasi ora) avrebbero bombardato parlamento, sede del
governo ucraino e sedi dei ministeri per decapitare il paese: non era
questa la loro intenzione. Nella prima fase della operazione i russi
hanno solo mostrato i muscoli: sfondando ovunque e spingendo gli ucraini
a trattare seriamente dopo essere stati presi in giro da tutti per 8
anni con i trattati di Minsk. Calcolo riuscito alla grande infatti dopo 5
settimane dall'inizio dell'operazione militare speciale gli ucraini
erano pronti a firmare la pace coi russi in Turchia.
Ma intervennero
gli USA e Boris Johnson che in quei giorni volò a Kyev, ed il messaggio
fu chiaro: voi ucraini non dovetre fare la pace con nessuno, vi dovete
immolare perché il nostro obbiettivo è la disgregazione della Russia o
almeno il cambio di regime con un auspicata rimozione di Putin. Gli
ucraini forti degli aiuti occidentali presero alla sprovvista i russi
che erano oramai convinti di aver raggiunto un accordo. Così si spiega
la confusione russa in quei primi due mesi di intervento.
La tattica
usata dei russi da allora in poi è stata quella di accontentarsi di
rimanere a Bakhmut, snodo stradale e ferroviario fondamentale ma
soprattutto città superfortificata. L'esercito russo ha trasformato
Bakhmut in un tritacarne senza avanzare di un millimetro per mesi: si
prendeva una posizione e poi si consentiva agli ucraini di riprenderla
facendogliela pagare carissima. Quindi cosa hanno fatto i russi? Hanno
cambiato la tattica militare ed invece di cercare di avanzare (con
costi in termini di vite esorbitanti) hanno iniziato una guerra di
logoramento. La cosa sembra sfuggita ai commentatori d'accatto che sul
presupposto, oramai eminentemente teorico, che la Russia cercasse di
avanzare hanno del tutto sovrastimato le perdite russe e sottostimato
quelle ucraine.
I russi dispongono di un sistema di riconoscimento
satellitare (con l'aiuto anche dei droni), che riesce a comunicare con
l'artiglieria in tempi rapidissimi: in meno di un minuto si passa
dall'avvistare il nemico che avanza e bombardarlo con sistemi d'arma
avanzatissimi e che in parte erano stati provati anche in Siria, dove i
russi hanno ottenuto in pochi giorni risultati che altri paesi
sembravano non riuscire ad ottenere in mesi se non anni.
Cosa abbiamo
visto a Bakhmut? Interi battaglioni disintegrati in pochi istanti. Si
calcola che il rapporto tra morti ucraini e quelli russi vada da 8:1 a
16:1. Questo è quanto. Per far capire cosa sia successo (nel silenzio
genrale) in Ucraina negli ultimi 12 mesi è sufficiente quanto detto
pubblicamente da Christopher Cavoli, comandante delle forze armate USA
in Europa secondo il quale la violenza dei combattimenti in Ucraina è di
una scala inaspettata. Afferma inoltre che come NATO non abbiamo gli
uomini, i mezzi, e nemmeno la capacità industriale per poter entrare in
un simile conflitto. Fa quasi tenerezza un Mirko Campochiari, "analista
militare" (fa ridere già così) per Limes, che solo pochi giorni fa ha
affermato che per mettere fine al conflitto ucraino non era necessario
l'intervento della NATO ma sarebbe bastato l'esercito polacco.
Di
nuovo riemerge il razzismo che caratterizza ancora oggi la narrazione
della seconda guerra mondiale: tedeschi superiori tecnologicamente e i
russi che resistono solo in forza della loro vocazione al martirio. O la
favoletta del "generale inverno", narrazione sempre più ridicola.
Come
durante la seconda guerra mondiale i russi, che al contrario dei nostri
giornalai sono 10 anni che assistono all'umiliazione del diritto
internazionale ed hanno visto i propri fratelli ucraini diventare
ostaggio di un governo eterodiretto da Washington, si sono preparati.
Noi no: siamo rimasti a fare delle chiacchiere, vittima di una classe
dirigente quasi comica ma che ci metterà in guai drammatici.
Quindi i
dati sono questi: gli ucraini stanno finendo i proiettili della dfifesa
antiaerea, mentre i russi hanno il 97% degli aerei che avevano prima
della guerra. Il che vuol dire che gli ucraini si ritroveranno nella
situazione in cui si trovò l'Iraq nel 2003. Inoltre sono a corto di
munizioni di artiglieria il tutto in una guerra di posizione e di
logoramento, quindi tra un po' dovranno uscire con le mani in alto
armati di bandiera bianca. Va tenuto presente che tutti i paesi NATO
hanno dato agli ucraini le proprie riserve di proiettili di artiglieria e
solo così si spiega il fatto che non si siano già dovuti arrendere, ma
anche questo aiuto volge al termine dato che non abbiamo, ora come ora,
le capacità industriali per stare dietro al consumo.
Oltre alla
mancanza di munizioni c'è il consumo di uomini. Mentre Fazio Fabio, un
propagandista d'eccezione, si scandalizzava perchè la Russia avesse
posto in essere una mobilitazione parziale, di certo non si è
scandalizzato delle 8, e diconsi 8, mobilitazioni degli ucraini: oramai a
combattere ci vanno i vecchi ed i bambini.
Quindi gli ucraini hanno
finito i mezzi e gli uomini e in queste condizioni non c'è
controffensiva che possa tenere. C'è poi l'aspetto ancora più drammatico
rappresentato dall'aiuto militare europeo: dei proiettili di
artiglieria abbiamo detto, questo aiuto è il più importante che gli
ucraini ricevono ma come detto, finiti gli stock di magazzino, anche gli
aiuti sono finiti. Parliamo ora dei miracolosi sistemi d'arma che "noi
superiori" europei forniamo agli ucraini con i quali certamente
spazzeranno vie le truppe russe. Così possiamo entrare nel ridicolo.
Basti
pensare all'importanza data ai carriarmati Leopard. Sono ottimi, sono
veloci, fanno questo, fanno quello... e sono pure del tutto inutili: in
una guerra di posizione coi carriarmati ci si fa il brodo, salvo
utilizzarli come artiglieria. Per tutta risposta, alla comparsa dei
Leopard sul fronte, i russi li hanno bersagliati con i droni, in modo da
spendere qualche decine di migliaia di euro per distruggere carri
costosissimi. A questo si aggiunga che ogni paese ha dato agli ucraini
ciò che aveva: i paesi dell'ex Patto di Varsavia hanno detreminti stock,
i paesi tradizionalmente atlantici ne hanno altri, quindi le forze
armate ucraine hanno decine di sistemi diversi e si deve vedere se
riescono ad integrarsi bene in una vera battaglia. A questo va aggiunto
che per ogni tipo di sistema d'arma è necessario uno specifico apparato
di logistica, in quanto questi mezzi hanno bisogno di continua
manutenzione.
Il generale Paolo Capitini ha definito questo come "un
incubo logistico". Insomma non ci sarà nessuna controffensiva, e forse
tra un anno non esisterà nemmeno più un'Ucraina come l'abbiamo
conosciuta fin'ora. Non solo perché perderà la Crimea e tutte le zone
russe, tra cui Odessa, ma anche perché oggi ungheresi e polacchi
vorrebbero riprendersi rispettivamente la Transcarpazia e la Galizia.
Insomma sono in tanti gli avvoltoi che hanno intenzione di banchettare
sul cadavere di una nazione il cui popolo è vittima di una classe
dirigente compiutamente fascista, che ha stabilito di suicidarsi per
compiacere il padrone a stelle e striscie.
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