19 Set 2022
Petizione contro le forniture di armi all’Ucraina #StopKillingDonbass
Fonte: ControInformazione
https://www.controinformazione.info/petizione-contro-le-forniture-di-armi-allucraina-stopkillingdonbass/
Di Eliseo Bertolasi
Da
otto anni ormai, i civili del Donbass sono oggetto di continui
bombardamenti da parte delle forze armate ucraine e delle unità
paramilitari neonaziste dell’Ucraina. In otto anni sono morti più di 300
bambini, migliaia di famiglie sono rimaste senza casa e alcune senza
capofamiglia. Ogni giorno decine di proiettili e razzi cadono sulle
città delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Oggi, ogni bambino del
Donbass può distinguere dal sibilo che tipo di proiettile sta arrivando
nella sua direzione.
Tutti sanno bene che i paesi
occidentali sono ormai i principali fornitori di morte per il Donbass.
Nei siti dei bombardamenti si trovano elementi e frammenti di armi della
NATO: francesi, americane, spagnole, ecc. Tuttavia, il mondo
“civilizzato” non è interessato su dove e su come sia poi utilizzata la
sua assistenza militare all’Ucraina.
Oggi, i bambini, i soccorritori e le persone colpite dai bombardamenti lanciano un appello in Europa e negli Stati Uniti affinché si finisca di uccidere nel Donbass, un appello per lasciarli vivere. Invitano l’Occidente collettivo a smettere di fornire armi all’Ucraina, che a sua volta usa contro la popolazione civile e le infrastrutture civili.
Con tali motivazioni il giorno 18 settembre è stata organizzata un’azione collettiva internazionale che ha coinvolto Italia, Francia e Germania per esortare l’Occidente a rivolgere la sua attenzione su questa tragedia.
L’Italia
non poteva rimanere indifferente: manifestazioni a favore
dell’iniziativa si sono svolte a Milano e Bologna organizzate dal
coordinamento cittadino di gruppi attivisti “Milano Insorge” e dal coordinamento nazionale di gruppi di cittadini “Fronte del dissenso”, e a Verona organizzate dall’Associazione culturale “Veneto Russia”, dall’ufficio di Rappresentanza della DNR di Verona e dal Comitato “Veneto indipendente”.
Nel corso delle manifestazioni sono state mostrate alcune foto,
terribili, delle vittime ed è stato letto un appello per richiamare alle
loro responsabilità i leader occidentali – basta armi all’ucraina,
basta stragi di civili innocenti:
“Rispettabili leader
degli stati europei e delle principali organizzazioni internazionali,
comprese le Nazioni Unite e l’Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa!
Noi abitanti dell’Europa, sulla base
dei nostri diritti civili e politici garantiti dal diritto
internazionale e dalla legislazione nazionale, ci rivolgiamo a Voi con
un appello per cessare di sostenere l’incitamento alle ostilità e
all’odio promosso dall’Ucraina e l’allargamento d’insensati spargimenti
di sangue nel centro del nostro continente, così come per la probabile
escalation in una guerra mondiale.
Purtroppo, oggi, contrariamente ai
principi fondamentali enunciati nell’articolo 2 della Carta delle
Nazioni Unite, in particolare, sui principi della “sovrana uguaglianza” e
della “risoluzione pacifica delle controversie internazionali”, i
nostri paesi forniscono all’Ucraina armi che causano un ingente numero
di morti e di feriti tra i civili nel Donbass, bambini compresi.
Questo
processo accresce le sofferenze e il numero delle vittime nel cuore
stesso dell’Europa, tutto ciò non ci consente di rimanere osservatori
indifferenti.
Condividiamo il dolore del popolo del Donbass, siamo
profondamente solidali con il loro dolore e condanniamo categoricamente
la fornitura di armi e munizioni, che alla fine è diretta contro la
popolazione civile. Inoltre, riteniamo che tale pratica aumenti la
probabilità che le ostilità si diffondano nell’intero continente e
persino il rischio d’iniziare una terza guerra mondiale.
Conseguenze
evidenti di una così miope politica militaristica sono inoltre: la
rottura dell’equilibrio nella sfera della sicurezza europea, la crescita
dell’odio e dell’inimicizia tra i popoli, la rottura di legami
economici culturali e reciprocamente vantaggiosi. Tutto ciò è
direttamente correlato al forte calo, oggi, del tenore di vita nei
nostri paesi – in contrasto con l’articolo 11 del Patto internazionale
sui diritti economici, sociali e culturali – che un domani potrà portare
a conseguenze catastrofiche in un mondo già di per sé molto fragile.
Vi
esortiamo con insistenza a non dimenticare le lezioni della Seconda
Guerra Mondiale, le più terribili nella storia dell’umanità e di non
ripeterne oggi gli stessi errori.
A questo proposito,
esortiamo vivamente i governi degli stati europei e i capi delle
principali organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite e
l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, a dare un
contributo fattibile per fermare lo sterminio mirato dei civili nel
Donbass, compresa l’uccisione di bambini, la distruzione di case, scuole
e ospedali.
Chiediamo la fine del finanziamento del
terrorismo di stato e del genocidio contro la popolazione del Donbass,
nonché delle continue violazioni, in atto dal 2014, delle Convenzioni di
Ginevra del 1949 e di altri atti di diritto internazionale umanitario”.
Nessun commento:
Posta un commento