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Per costituire una una comunità libertaria in America un cospicuo gruppo di amanti della libertà hanno elaborato il Free State Project e per attuarlo hanno scelto uno dei più piccoli stati degli USA per dimensioni e popolazione, il New Hampshire chesi trova all'estremo nordest degli USA al confine con il Maine. Delle dimensioni di una nostra regione italiana, come la Lombardia ma con un sesto dei suoi abitanti, dispone di sole 10 contee e poco più di duecento comuni. L'obiettivo è quello di trasferirsi nello stato per assumere gradualmente una posizione sempre più influente, e sono già sulla buona strada, per poi poterlo gestire oppure costiture una comunità al suo interno che disponga di particolare autonomia e diritti civili, come avveniva ne Medioevo italiano quando i vari sovrani dei principati italici concedevano alle comunità di villaggio, a volte costituitisi in consorzio, di particolari esenzioni fiscali e autonomie locali e affrancamento politico ed economico, una specie di enclave o zona libera dove lo stato, soprattutto federale, non possa intervenire con le sue leggi liberticide e oppressione autoritaria. Claudio
Free State Project, la via politica verso l’idea di una comunità libertaria in America
Benchè in Italia l’editoria di nicchia ne abbia parlato, pochi conoscono l’essenza del “Free State Project”, un movimento ideologico americano – che esclude il voto come soluzione politica, se non a livello locale – che punta alla libertà dei libertari via “migrazione interna”.
Eppure, quest’associazione nata oltre vent’anni fa, continua a far parlare di sé. Infatti, “la Camera dei deputati del New Hampshire (lo Stato della federazione, con poco più di 1 milione di abitanti, deputato ad essere la meta fisica dei sostenitori del FSP, dal 2003, ndr) ha respinto una mozione, l’emendamento CACR32, che chiedeva l’indipendenza dello Stato dall’Unione. Una secessione in pratica. A dire “no” al CACR32 sono stati 323 deputati statali, mentre 13 hanno votato “Sì”. I secessionisti erano tutti repubblicani, ma non repubblicani qualsiasi, tutti loro erano free staters, aderenti a un movimento noto come Free State Project“.
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QUI UN ARTICOLO DI GIOVANNI BIRINDELLI SUL NEW HAMPSHIRE
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Diversi esponenti del libertarismo (o libertarianismo, secondo la dizione italianizzata), si sono esposti per sostenere questo progetto. Nel 2006, l’economista Walter Block ha espresso pubblicamente il suo sostegno all’FSP con queste parole: “Voi gente state facendo l’opera del Signore. L’FSP è una delle idee pratiche più fresche per promuovere la libertà che è emersa dal movimento libertario negli ultimi decenni. Mi auguro possiate farcela, così da dimostrare in un altro modo empirico i benefici e le benedizioni della libertà”.
Jeffrey Tucker ha dato il suo assenso alla proposta, partecipando ad eventi organizzati nel New Hamshire ed affermando che “trattasi di un’attività interessante che va oltre il lobbismo, il voto, la concussione e la corruzione”. Il progetto è stato approvato dal dottore, Ron Paul (eminenza del mondo AnCap) e da Gary Johnson (già candidato alla presidenza Usa dal Libertarian Party. Lew Rockwell del Mises Institute ha benedetto il progetto e ha definito la città di Keene, “la capitale settentrionale del libertarismo”. Nel 2011, Peter Schiff sostenne di aver preso in considerazione l’idea di trasferirsi in quello stato a stelle e strisce.
Anche tra una minoranza dei repubblicani il FSP gode di favori. Nel settembre 2014, il candidato al Senato del Partito Repubblicano da Scott Brown a Eric Brakey – rappresentante del Maine – hanno attribuito importanza ai “freestaters” al fine della crescita del partito dell’elefantino.
L’idea che si nasconde dietro al Free State Project è quella di far leva sull’importanza del federalismo, garantito dalla costituzione americana. Scrive Alberto Bellotto: «Ed è proprio su questo che il Free State Project punta, intaccare il potere politico locale. Secondo il gruppo, almeno 45 di loro sono stati eletti nella legislatura statale dal 2008 in poi. Ufficialmente non fanno parte del partito libertario, ma sono stati quasi sempre eletti tra le fila dei repubblicani, anche se qualcuno ha militato tra i democratici. Oggi, dicono, sono circa una 20 i rappresentanti in carica».
Nemici delle tasse e isolazionisti in politica estera, i “Freestaters” sono riusciti ad ottenere diverse vittorie, anche se temporanee, a livello di legislazione locale. Ancora Bellotto: «Questi provvedimenti sono arrivati sotto la spinta di Jason Osborne, repubblicano ma soprattutto free stater. Arrivato dall’Ohio nel 2010 per unirsi “a una comunità che la pensasse come lui”, Osborne ha saputo partire dal basso costruendo relazioni con cittadini e finanziatori. In 4 anni non solo è riuscito a diventare deputato statale ma anche leader della maggioranza. La certificazione che il salto di un piccolo movimento era compiuto».
Secondo diversi esponenti democratici, “i Free Stater sono la più grande minaccia che lo stato deve affrontare oggi. Non c’è, legalmente, nulla che possiamo fare per impedire loro di trasferirsi qui per prendere il controllo dello stato, che è il loro obiettivo apertamente dichiarato”. Tanto ci basta per renderli quantomeno simpatici!
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