Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Occorre riconoscere agli Enti Locali il diritto alla legittima difesa ...


Occorre riconoscere agli Enti Locali il diritto alla legittima difesa politica e fiscale o la situazione precipiterà a livelli inimmaginabili

Di Claudio Martinotti Doria

Premesso che in questi anni abbiamo avuto modo di riscontrare quanto lo statalismo e la partitocrazia accentratrice possano degenerare e portare un intero paese alla rovina, e non mi riferisco solo all'Italia (anche se da noi il fenomeno è più evidente per motivi di malcostume, avidità e corruzione diffusa), ritengo doveroso che la società civile e le sue manifestazioni politiche (lobby, movimenti, comitati, associazioni, circoli, ecc..) elabori e proponga qualche contromisura, anche se tardiva, affinché si possano limitare i danni e correre ai ripari, per quanto ancora possibile.

Una di queste misure che potrebbero essere adottate a livello politico, potrebbe essere il riconoscimento agli Enti Locali del diritto alla legittima difesa, diritto già riconosciuto ai privati cittadini ma non alle istituzioni locali. Non mi riferisco ovviamente alla difesa militare o di carattere poliziesco, ma alla difesa politica.

Allo stato attuale dell'arte, gli enti locali versano in condizioni che definire penalizzanti è un eufemismo, in pratica sono intrappolate, soggiogate al potere centrale, private delle risorse necessarie per gestirsi con dignità ed efficienza, la loro dipendenza finanziaria dallo stato o dalle principali regioni diventa sempre più assillante, e le erogazioni sono correlate a principi clientelari, di appartenenza politica, di vassallaggio, di sudditanza, ecc., sottomesse a decisioni discrezionali, autoritarie, arbitrarie, in una sorta di neofeudalesimo decadente e degradante.

Tutta questa situazione conduce sempre più ad uno smisurato accentramento di potere nello stato, in barba alle mistificatorie dichiarazioni di federalismo, autonomia locale, decentramento. In pratica hanno fatto esattamente il contrario di quanto si erano ripromessi nelle campagne elettorali, ed in particolare di questo stato di cose è responsabile la Lega Nord, che ha tradito il mandato dei suoi elettori, divenendo a tutti gli effetti un partito statalista ed accentratore, facendo il contrario di quanto si riprometteva alle sue origini.

Per legittima difesa politica degli Enti locali, intendo che sia concessa loro la facoltà discrezionale di aggregarsi, espandersi, collaborare, ristrutturare, aderire, cambiare, ecc. sia l'appartenenza a Unioni o Comunità, ma anche Province e Regioni. Cioè i comuni, come entità territoriali veramente rappresentative delle volontà popolare, per il tramite di referendum consultivi locali, devono potersi fondere con altri comuni e costituirne dei nuovi, devono poter cambiare appartenenza provinciale e regionale, ma soprattutto devono poter trattenere per legittima difesa fiscale una parte del reddito prodotto localmente per sostenere le spese gestionali essenziali. E devono poterlo fare autonomamente, senza dipendere dal potere centrale.

Quindi occorre ribaltare l'attuale situazione di prepotenza legislativa statale, senza il cui consenso in pratica non è consentito fare nulla localmente, infatti attualmente ogni scelta locale di cambiamento, dopo innumerevoli passaggi e procedure burocratiche, deve comunque ricevere l'autorizzazione ed approvazione statale, secondo la mia proposta invece DOVREBBE ESSERE L'ENTE LOCALE A DETERMINARE AUTONOMAMENTE LE SUE SCELTE ED IL SUO FUTURO E LO STATO DOVREBBE SOLO PRENDERNE ATTO, CIOÈ ESSERNE INFORMATO, senza alcun potere di veto ed impedimento.

Lo stato non dovrebbe mai ed in nessun caso ricevere più del 20% della tassazione, altrimenti è indotto ad abusarne, come sempre avviene, soprattutto in Italia, il resto deve rimanere in loco per utilizzi che siano più facilmente controllabili e verificabili dalla popolazione. Questa riduzione del prelievo fiscale, per iniziativa da parte dello stato non avverrà mai (non sono neppure riusciti a tagliare gli stipendi dei parlamentari, figuriamoci ridurre le tasse a loro destinate), e quindi dovranno essere gli Enti Locali a determinare questa conquista, forti del sostegno della cittadinanza, ormai conscia di quanto lo stato sprecone ed incapace sia responsabile delle pessime condizioni in cui versano le località emarginate e disastrate, mi riferisco ad esempio a L'Aquila, o alle zone che hanno subito gravi dissesti idrogeologici, che sono in pratica abbandonate a se stesse.

Questo paese non ha alcun futuro se non si raggiunge una forte autonomia locale e si riduce il parassitismo statale. Deve essere la volontà popolare ad essere sovrana, e non una élite di parassiti professionisti della politica, che in vita loro non hanno mai fatto nulla di utile per nessuno, e che dispensano favori ai loro cortigiani e sudditi con anacronistico paternalismo.
O si perviene a questo tipo di radicale riforma, che potenzi gli Enti Locali, o il nostro paese è destinato a collassare nel peggiore dei modi, con un livello di conflittualità elevatissimo che lo renderà ingovernabile per chiunque. Non è questione di essere delle cassandre, ma di saper vedere oltre la punta del proprio naso ...

Al Teatro Comunale di San Salvatore Monferrato è stato presentato il volume "Monferrato splendido patrimonio"


Nella foto pubblicata sopra, sono ritratti da sinistra: Roberto Maestri, Lorenzo Fornaca, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, Giuliana Bussola

Premesse di Claudio Martinotti Doria, il comunicato finale è di Roberto Maestri

Al Teatro Comunale di San Salvatore Monferrato è stato presentato il volume "Monferrato splendido patrimonio" realizzato dalla Se.Di.Co Libraria di Lorenzo Fornaca. San Salvatore Monferrato rappresenta bene il Monferrato, in quanto fu elevata alla dignità di città ducale dall'ultimo duca Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, e fu anche uno dei suoi ultimi atti, nei primi del '700, prima di cadere in disgrazia ed essere accusato di fellonia dall'Imperatore del Sacro Romano Impero e destituito da tutti i suoi titoli, possedimenti e privilegi, sancendo così la fine del Ducato di Mantova e contemporaneamente del Ducato di Monferrato, quest'ultimo passò definitivamente ai Savoia nel 1708 (anche se in realtà era già invaso e controllato da un paio di anni ed il passaggio formale fu sancito solo nel 1713 dal Trattato di Utrecht, entrando a far parte del Regno di Sicilia, presto divenuto Regno di Sardegna.

IL corposo e prestigioso volume 'Monferrato, splendido patrimonio' è finalmente in distribuzione

Il volume ‘Monferrato, splendido patrimonio’, l'ultima creatura editoriale di Lorenzo Fornaca (ritratto nella foto pubblicata sotto con il "corposo" libro) è ormai in distribuzione e tutti coloro che lo avevano prenotato lo stanno ricevendo. Coloro che lo desiderano possono acquistarlo direttamente presso l'editore, scrivendogli per e.mail sedico@alice.it (oppure telefonandogli allo 0141354033 - 3358758347).
Il volume è di altissimo pregio editoriale, la qualità dei contenuti (testi ed immagini) ed il numero limitato di copie (tutte numerate), la rendono un'opera da collezionisti, ma è al tempo stesso di scorrevole lettura, divulgativa ed affascinante, che sarà apprezzata da tutti coloro che amano il Monferrato e la sua storia.


Vi rammentiamo che contiene per la prima volta ed in esclusiva un interessante capitolo sui rapporti tra Genova ed il Monferrato e le potenzialità che ne sono derivate e che sono perlopiù rimaste inespresse, ed inoltre un intero lungo capitolo sulla presenza dei Templari in Monferrato e sui rapporti dei marchesi aleramici con l'Ordine dei Cavalieri Templari, curato da Claudio Martinotti Doria (nella foto sotto pubblicata, in compagnia dell'editore Lorenzo Fornaca di Asti) con l'apporto del Gruppo di Studi e Ricerche sui Templari in Monferrato.

I numerosi autori hanno lavorato tutti gratuitamente per valorizzare e promuovere il territorio, contribuendo a creare un volume con 60 capitoli, 504 pagine di grande formato con oltre 1200 immagini a colori.


COMUNICATO

Sabato 18 dicembre il Teatro Comunale di San Salvatore Monferrato è stato sede della presentazione del volume Monferrato splendido patrimonio, omaggio all'arte di Matilde Izzia, realizzato dalla Se.Di.Co Libraria di Lorenzo Fornaca.
All'incontro, organizzato su iniziativa del Sindaco Corrado Tagliabue, sono intervenuti l'editore Lorenzo Fornaca, il Presidente del Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato" Roberto Maestri, la rappresentante della Commissione cultura della Provincia di Alessandria Maria Enrica Barrera ed alcuni tra i numerosi autori che hanno offerto la loro collaborazione per la realizzazione di questa importante ed affascinante opera editoriale: il presidente del consiglio comunale di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco, l’assessore alla cultura del Comune di Casale Monferrato Giuliana Bussola, il presidente del Cescom di Cuccaro Giorgio Casartelli Colombo e il docente dell’università di Torino Peter Mazzoglio.
All’apertura dell’appuntamento sono state proiettate immagini delle oltre cinquecento pagine che arricchiscono il volume: un susseguirsi di emozioni che hanno colpito un pubblico composto non solo di esperti del territorio, ma anche di persone che per la prima volta hanno compreso come il Monferrato rappresenti davvero un patrimonio di carattere universale che non è possibile circoscrivere ad un ambito territoriale ristretto quali i confini di una provincia o di una regione.
Lorenzo Fornaca ha ricordato, con emozione, i vari temi trattati dagli Autori nel volume; temi che riguardano l’intero Monferrato: storia, arte, turismo, enogastronomia, il tutto accompagnato da un ricco e diversificato supporto fotografico; un’efficace sintesi di un lavoro di grande pregio scientifico ma anche di grande impatto artistico.
Gli Autori, presenti all’incontro, hanno poi illustrato i loro contributi sottolineando l’omogeneità del lavoro e come, per la prima volta, sia stato possibile riunire oltre quaranta studiosi provenienti da diverse realtà, ma tutti accomunati dall’amore verso il Monferrato: il filo della storia è corso così velocemente dipanandosi tra Alba e Chivasso, tra Acqui e Casale, tra Alessandria e Genova, per poi volgersi all’Oriente oltremarino, a Costantinopoli ed alla Terra Santa; evidenziando le straordinarie emergenze architettoniche di questo nostro “patrimonio” fatto di chiese e di castelli, di affreschi e di reliquie.

Pubblico l'ultimo intervento dell'amico economista Francesco Carbone sulle previsioni dell'ormai inevitabile Crack up Boom e le sue ripercussioni


IL CRACKUPBOOM CI SARA', COSA ACCADRA' DOPO?

di Francesco Carbone (*)

Se dovessi scrivere un altro libro sarei tentato di intitolarlo Inevitabile ma Imprevedibile. Non solo per giocare con le parole del primo libro, ma anche perché il secondo aggettivo caratterizzerà sia l’evoluzione sia le conseguenze (entrambe Imprevedibili) di ciò che oramai a mio avviso è inevitabile: il CrackupBoom globale (per saperne di più: http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=306:le-tappe-del-crack-up-boom&catid=21:scuola-austriaca-di-economia&Itemid=177.
Sono sempre più convinto, osservando le dinamiche socio economiche finanziarie, che vedremo la parabola finale della terza tappa del CrackupBoom entro il termine di questa nuova decade. Di seguito, quindi, presenterò velocemente quello che, secondo me, potrebbe essere lo scenario più ottimistico di un post CrackupBoom.
Lo definisco ottimistico perché in tal scenario non ci saranno guerre totali per il controllo delle risorse né miliardi di morti, alternative altrettanto plausibili e forse anche più probabili. Fondamentalmente, se ci pensiamo bene, sia la prima sia la seconda guerra mondiale sono giunte come conseguenza di alcuni CrackupBoom economici ben mascherati da crisi economiche e politiche.
Mi auguro che quanto segue possa davvero essere lo scenario di un post CrackupBoom. Sarebbe davvero lo scenario più ottimistico. Io in fondo sono un inguaribile ottimista, benché fortemente ancorato alla marcia realtà dei fatti.
Ecco in poche parole come vedo il CrackupBoom e il suo “dopo”.
Lo shock di prezzo sarà il punto di partenza che farà scattare lo tsunami economico finanziario, cioè il CrackupBoom che finirà con il distruggere tra il 60% e l'80-90% della ricchezza finanziaria attualmente disponibile, oramai niente altro che numeri digitali rappresentativi di promesse economico finanziarie impossibili da pagare.
L’evoluzione di come tutto questo potrebbe accadere la rimando a un eventuale altro articolo, per ora chi vuole sbizzarrirsi in questo esercizio di fantasia si rilegga un ottimo articolo già segnalato in home page.
Lo shock di prezzo accenderà finalmente i riflettori sulle banche centrali oramai ingabbiate e senza più alcuna possibilità ulteriore di azione. Non solo i riflettori scopriranno il re essere nudo, ma lo scopriranno anche marcio e putrefatto. La verità è che il Central Banking è finito, è marcio, è l’ultimo assurdo controsenso di una società che si reputa libera e pensa erroneamente di funzionare secondo le dinamiche di una economia di libero mercato, in realtà tragicamente viziata proprio nella base fondamentale di tutti gli scambi volontari: il denaro.
L’inevitabilità del CrackupBoom è riconducibile al fatto che la gente negli ultimi 30 anni non solo ha finito con il vestire le bende sugli occhi, ma dai tempi di Greenspan prima e con la crisi del 2008 dopo, si è ben addobbata il naso anche di mollette per non sentire la puzza del marcio che emettono le banche centrali e le loro gestioni monetarie e dei tassi di interesse.
Dopo lo shock di prezzo, qualunque mossa delle banche centrali non farebbe che peggiorare a vista la situazione. Dopo qualche tentativo di reagire alle nuove impreviste condizioni, a un certo punto le banche centrali si arrenderanno, preferiranno non fare più nulla. Come scrive anche North nel libro Cosa è il Denaro, sarà il momento in cui i banchieri centrali diranno ai governi: abbiamo fatto tutto quelle che potevamo fare, adesso vi arrangiate.
Dopo qualche giorno/settimana di paralisi totale dell'economia, che porterà ad una situazione temporanea di scaffali vuoti nei supermercati e ad uno shortage di ogni genere di bene di primaria necessità, le cose torneranno gradualmente alla normalità, solo che non sarà più la normalità degli anni 2000, ma quella degli anni 60-70, quando va bene degli anni 80.
La differenza è che, mentre in quegli anni, persino in quelli duri e tosti degli anni di piombo, la memoria della guerra di appena 30 anni prima rendeva tutto sommato la situazione sopportabilissima, questa volta la situazione sarà ben differente: la memoria del bengodi vissuto nei trenta anni precedenti, l'assuefazione all'oppio del socialismo fumato dal dopoguerra ad oggi, con privilegi di ogni sorta oramai insostenibili, renderà la situazione insopportabile. Avremo scontri e conflitti sociali estesi e su base giornaliera. Considerata la cultura dominante di questo paese, essi porteranno democraticamente a un governo oppressivo di stampo dirigista socialcomunista.
Qualche bravo Canalizzatore del malcontento prenderà il potere, ma anzi che riuscire a realizzare le promesse fatte ai proles speranzosi di cambiamento, combinerà disastri su disastri grazie ai consigli di qualche economista keynesiano messier je sais tout, stramunito di certificati vari (MBA, PHD, FCD, CCI, SPNC, CFA, CFC, lauree ad honoris anche in veterinaria) e possibilmente di un premio nobel. Canalizzatore ed economista insieme faranno sfoggio delle peggiori ricette keynesiano marxiste egualitariste in grado di annientare gran parte delle risorse produttive del paese.
La disoccupazione esploderà. Gli scontri per mantenere i privilegi oggi esistenti, salari minimi, licenze, pensioni, assistenze, concessioni e quant'altro, saranno elevatissimi e soprattutto inconcludenti. La ricchezza non si stampa con i numeri creati dal nulla delle banche centrali, né si impone per decreto, bisogna produrla in maniera dinamicamente efficiente, e se già oggi non c’è produzione di ricchezza in grado di garantire i privilegi attuali, l’ambiente futuro che si plasmerà sotto il nuovo dirigismo socialcomunista potrà garantire ancora meno prebende e pasti gratis.
Quello che Gary North chiama Lo stato protettore e salvifico (ultimo capitolo del libro) non potrà più nulla se non inasprire ancora di più il conflitto e la violenza. A causa di leggi e regolamentazioni economicamente disastrose, il sistema farà fatica a mantenere il capitale a disposizione che verrà consumato sempre più velocemente. Il costo del mantenimento di impianti, strade, case, immobili, beni capitali di ogni genere, salirà vertiginosamente mentre l’incentivo a farne di nuovi cadrà a zero. Vedremo decadenza e fatiscenza in aumento ovunque. Parte del nord pulito e ordinato comincerà ad assomigliare al sud sommerso dall’immondizia, sporco e mal gestito.
In quanto ai costi e agli standard di vita, se oggi mantenere un'auto ci costa, dico a caso, 1/20 del reddito annuo, nel "dopo" CrackupBoom costerà oltre 1/10. Sarà la fine di 4 auto e 4 scooter per nucleo familiare, e si tornerà come negli anni 60-70 a 1 auto e uno scooter da dividere tra tutti, quando va bene! Se oggi, sempre detta a caso, spendiamo per gli alimenti 1/20 del reddito annuo, nel "dopo" lo stesso tenore alimentare ci costerà tra 1/3 e 1/5.
Gran parte dei capitali finanziari saranno stati decimati dal CrackupBoom. Dopo esserci ritrovati i conti bancari azzerati o lasciati con valori insignificanti in termini di potere reale d'acquisto, e investimenti finanziari polverizzati, soprattutto quelli domestici, ci troveremo anche nell’impossibilità di eseguire, come facciamo oggi, operazioni internazionali. Le banche e le assicurazioni, fallite, saranno tutte rigorosamente nazionalizzate.
I mercati finanziari torneranno nuovamente ad essere isolati come erano quaranta anni fa. Verranno reintrodotti i limiti alla circolazione dei capitali per impedire la fuga dei capitali sopravvissuti, o dei nuovi capitali finanziari prodotti, verso quei paesi che si faranno garanti della proprietà privata. Probabilmente, in paesi come l’Italia, le borse verranno chiuse per qualche tempo. Avremo sempre a disposizione internet, mi auguro, anche se potremmo facilmente assistere a fenomeni dilaganti di censura come esistono oggi in Cina.
La mentalità del belpaese impedirà alle masse di capire le cause del problema. Accecata dalla dipendenza al walfare state, non più funzionante, la popolazione sarà totalmente furibonda. Eleggerà uno dietro l'altro una serie di cialtroni capaci solo di aumentare il livello delle promesse, ma incapaci di risolvere la disastrosa situazione economica che invece continuerà a peggiorare. Probabilmente ci sarà una nuova lira di carta, senza alcun bene reale sottostante di riferimento, con conseguente aumento dei prezzi a ritmi del 30-40% l'anno per diversi anni a seguire.
Contemporaneamente tutto il mondo soffrirà problemi simili. Il dollaro, lo yen e tutti gli altri coriandoli attualmente in uso saranno stati travolti e distrutti dal CrackupBoom. Alcune di queste valute saranno prontamente rimpiazzate da valute nuove. Alcune come la nuova lira, continueranno ad essere semplici monete fiat, rette solo dalla fiducia nelle capacità di confisca dei redditi futuri, altre invece nasceranno legate a qualche bene reale. Saranno queste ultime le valute più stabili destinate a diventare il riferimento per gli scambi economici internazionali e ad attrarre i nuovi capitali internazionali.
Problemi simili verranno quindi gestiti secondo modalità molto differenti. Flussi migratori consistenti in cerca dei paesi con i governi meno oppressivi causeranno conflitti sociali elevatissimi anche su scala mondiale. Le nazioni più forti ma oppressive cercheranno di pestare i piedi a quelle intorno, meno forti ma di stampo più liberale, che attrarranno le risorse umane ed economiche confinanti. Se i poteri lasceranno le porte aperte per poter votare con i piedi (lo dubito), come più o meno è possibile fare oggi, le persone più intraprendenti si sposteranno velocemente laddove governi più liberali si faranno garanti dei diritti di proprietà e renderanno possibile fare impresa ed esercitare liberamente la funzione imprenditoriale.
Qualora, anzi che uscire totalmente annientata dal Crack Up Boom con una deflagrazione secessionista oltre che economico finanziaria, l'unione europea trovasse modo di rafforzarsi ulteriormente dal punto di vista politico, essa finirebbe con l’armonizzare tremende politiche socialiste economiche su tutto il territorio continentale europeo, causando disastri su larga scala. In tal caso, l'europeo che vorrà scappare dalla nuova costituita URSE (unione repubbliche socialiste europee), finalmente sbarazzatasi della maschera di ciò che fa finta di essere ma che non è mai stata, dovrà scappare veramente lontano!
La svizzera potrebbe tornare ai fasti della vecchia neutralità ed indipendenza che l’hanno caratterizzata per diversi secoli, ma sarebbe costretta a chiudersi nuovamente a riccio non essendo in grado di accogliere milioni di profughi dalla stracciona URSE. Effettivamente qualora i paesi ad orientamento davvero liberale dovessero trovarsi in minoranza schiacciante, sarebbero costretti a chiudere le barriere per contenere l’invasione migratoria in arrivo da quei paesi in cui verranno realizzate forme terrificanti di un nuovo socialismo, quello scientista di III millennio, evoluzione spontanea della convergenza degli attuali movimenti new age, ambientalisti, noglobalisti.
Il biglietto di ingresso per entrare nei paesi davvero “liberi” si pagherà profumatamente, un po’ come già avviene oggi per entrare negli esistenti paradisi fiscali (che personalmente preferisco definire i pochi NON INFERNI fiscali sopravvissuti). In questi paesi sarà stato sufficiente reimpiantare o difendere una legislazione favorevole alla funzione imprenditoriale, al libero commercio, alla difesa dei diritti di proprietà. Saranno finalmente paesi con un basso prelievo fiscale, di gran lunga inferiore ai livelli attuali, reso possibile dal fallimento di tutti i debiti pubblici andati distrutti nel CrackupBoom.
Questi paesi in tempi piuttosto rapidi, una decade e forse meno, riusciranno a riprendere un nuovo corso di prosperità fondato su basi sane. Non escludo a tal proposito, anzi me lo auguro in quanto unica speranza per un nuovo e migliore corso della civiltà umana, una frammentazione totale degli attuali URSA (l’unione delle repubbliche socialiste americane) con alcuni stati guida che cercheranno di reimpostare le basi di una nuova confederazione sui buoni principi lasciati dai padri fondatori ma rinnegati da Roosevelt in poi (tra i quali in primis una moneta sana e onesta).
Questi paesi, che rappresenteranno il faro e la guida della prossima fase evolutiva della civilizzazione, sottrarranno ai paesi soffocati dalla nuova ondata socialista, capacità produttiva e risorse umane, ovviamente nei limiti del loro possibile. L’augurio è che paesi del genere anzi che essere stanati, schiacciati, soffocati, annientati dall’armonizzazione oggi imposta dagli attuali inferni fiscali, saranno finalmente liberi dal giogo statalista e in grado sia di contagiare gradualmente i paesi affamati dal socialismo scientista di III millennio, sia di evitare scontri e conflitti con questi ultimi.
I cittadini dei paesi che avranno scelto il ritorno al socialismo, dopo aver provato tutte le ricette possibili si ribelleranno, chi prima chi dopo. L’informazione e la cultura disponibili a capire le cause del problema adesso ci sono e possono essere letti da tutti, grazie a internet penetreranno lentamente facendo capire che lo stato del walfare, le banche centrali, la moneta fiat, la pianificazione centralizzata, il digirismo economico, la confisca istituzionale di oltre il 60-70% del reddito privato, sono da considerarsi reliquie barbariche degne della vecchia civiltà pre-CrackupBoom, ancora rozza, barbara e violenta.
La globalizzazione sarà in grado di riprendere il proprio corso su ragioni economiche e non più su ragioni finanziarie come quelle in essere oggi. Il processo si realizzerà sotto la guida di quei paesi in cui il laissez faire, la responsabilità individuale, le regole rigorosamente rispettose della proprietà privata saranno divenute di dominio comune, mentalità e pratica dominante della maggior parte della popolazione.
Le elite cercheranno di riprendere lentamente il controllo della situazione, ma questa volta saranno fortemente limitate da principi costituzionali blindati e immutabili a difesa della proprietà privata, di una moneta sana e onesta, di una tassazione limitata e di una solidarietà esclusivamente volontaria e non più obbligatoria.

(*)
Economista della Scuola Economista Austriaca in Italia, presidente dell'Associazione Culturale USEMLAB www.usemlab.com

Chiaro come il sole di notte. La situazione di degrado del nostro paese è tratteggiata realisticamente da un onesto protagonista dei nostri tempi


di Don Paolo Farinella

Fonte: Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it

Avremmo dovuto farci gli auguri di Natale, per quello che valgono, invece è d’obbligo fare le condoglianze alla Signora Italia, vedova violentata e macellata. Ora nessuno può dire: non ce ne siamo accorti. Il Parlamento è corrotto e lo è perché è espressione di una Italia corrotta ad ogni livello e fessura. L’Italia è corrotta perché si è venduta ad un venditore imbroglione e bugiardo che l’ha rigirata, manomessa, drogata, violentata, derubata e in più ha chiesto anche il bacio come sigillo dell’incesto.

L’Italia è corrotta e genera corruttori e corrotti che la corrompono sempre di più ormai alla luce del sole. Berlusconi ha rubato da una vita agli italiani e questi qua cosa fanno? Lo premiano e lo incitano a derubarli ancora di più, e quello non si fa pregare due volte perché ora ruba con la complicità internazionale, come testimoniano gli americani con documenti scritti. W l’Italia onesta e laboriosa!

In questo gioco al massacro, ha dato scandalo la gerarchia cattolica che si è inginocchiata alla mensa della corruzione, ha offerto corruttele e in cambio ha ricevuto soldi di peccato, leggi arraffazzonate e indecenti, indignazione da parte del popolo cristiano e condanna morale dal mondo sano e civile. Vedere il cardinale Tarcisio Bertone che ride alla grande con il ridanciano di professione, che a sua volta se la gode nel vedere il merlo vestito di nero con la cinta rossa scodinzolare e osannare (“Il governo ha operato bene per la Chiesa“), è una scena che fa perdere la fede anche a Gesù Cristo e allo Spirito Santo, che infatti hanno abbandonato questa gerarchia al destino del loro ludibrio berlusconista. Bertone, ovvero la doppia morale, anzi l’assenza di etica in base al principio machiavellico che il fine giustifica i mezzi, di cui il segretario di Stato, uomo senza sale e senza sapore, è esperto.

“Nemmeno il pressing del Vaticano ha convinto Casini”, avrebbe detto Berlusconi ai suoi, segno che il Vaticano, invece di pensare al Natale, ha lavorato di santa lena per non far cadere Berlusconi. Se quest’ultimo ha corrotto con soldi e minacciando guai, il Vaticano con cosa ha corrotto? Con le indulgenze?

Su tutto regna il silenzio della Conferenza episcopale italiana, del cardinale Angelo Bagnasco, così prodigo quando si tratta di dettare legge al Parlamento e di morale parcellizzata, quella che conviene, mentre nulla è stato detto su questo immorale mercato che si è abbattuto come una sciagura sulla politica. Comprare un parlamentare o farsi comprare c’entrano con la morale o non c’entrano? Dove sono finiti “i principi non negoziabili”? Oppure dobbiamo concludere che “la va tutto bene, madama la marchesa”? Credevo che l’assenza di Bagnasco dal pranzo dell’ignominia con Berlusconi, mezzo immondo governo e altrettanti impuri cardinali fosse il segno di una diversità che gli faceva onore. Se però tace di fronte a questa immoralità costitutiva di un Parlamento che si compra e si vende come al mercato dal pescivendolo, allora devo dire e concludere che anche lui svolge il suo ruolo, oppure, in subordine, non conta nulla ed è solo un giocattolo nelle mani di qualcuno più grande di lui.

Intanto, Bagnasco si è affacciato alla finestra e mentre stendeva la biancheria ha sussurrato con una molletta tra i denti alla “sora Teresa” della finestra accanto che “il Paese ha bisogno di governabilità“. La sora Teresa ha guardato in cielo: “Oh, Segnô! Ma quando impara questo qui a parlare come mangia? Vuol dire – si rivolge alla sora Mafalda che sta di fronte – che gli piace Berlusconi ed è contento che non sia caduto, ma non può dirlo: se cade quello, finisce la cuccagna e comincia la cucaracha”. Ora c’è anche il crisma uno e trino, rigorosamente in ordine alfabetico: Bagnasco, Bertone, Ruini. Liberaci, o Signore!

Ciò che è accaduto in Parlamento è semplice: la democrazia è un’illusione, i parlamentari, specialmente quelli che militano nel gruppo che si ispira all’Italia “dei Valori” si vendono e lasciano comprare per una manciata di denaro e di potere (ah! i Valori!). Di Pietro, Di Pietro che scegli uomini e donne spendibili al primo offerente!

Dopo i discorsi del tris a ramino, Bersani-D’Alema-Veltroni, il Pd si è auto-amputato della sinistra ed è rimasto con tre o quattro destre alla rincorsa di Fini, che s’illudeva che i suoi fossero uomini d’un pezzo e tetragoni alla prostituzione politica. Fini si dimentica da dove proviene: da quel fascismo che tutto era tranne che legalità, dignità, democrazia. I suoi sono profittatori esattamente come lui che per 16 anni ha servito Berlusconi e le sue ignominie e ora voleva che i suoi non seguissero il suo esempio. I fascisti non possono cambiare. Mai. Sarebbe contro natura. Povero Fini, 16 anni di convivenza forzata per non imparare nulla.

Il capo dello Stato questa volta l’ha fatta grossa: ha concesso un mese di tempo a Berlusconijad, permettendogli di disseminare il Parlamento di bombe alla corruttela e al ricatto, tutte scoppiate esattamente al momento giusto. Gli uni si nutrono di formalismi e l’altro fa piazza pulita, mentre in borsa la sua azienda, Mediaset, schizza in alto di quasi tre punti. Sono i liberali che difendono il ”mercato”.

Ora tutto può accadere, ma è evidente che il despota cercherà di stare appiccicato alla poltrona che è l’unico modo per non finire in tribunale e forse in galera, l’unico posto degno di lui e della sua nefandezza, mentre il Paese andrà sempre più a rotoli. La sua forza è la corruzione che ha fatto dilagare attorno a sé, sopra e sotto: un mondo di corrotti che hanno interesse a tenerlo in piedi anche da morto, pena la loro caduta. L’Istat, il 14 dicembre 2010 ha certificato che la pressione fiscale è salita ancora attestandosi al 43,5%, salendo di oltre un punto rispetto allo scorso anno. Poveri italioti, si sono fatti fregare da chi li ha infinocchiati con “meno tasse per tutti” e durante i suoi governi le tasse sono aumentate di oltre 3 punti. Mentre lui li deruba, gli italioti gli offrono il portafogli e qualcosa d’altro.

Le elezioni anticipate sono più vicine e ci arriveremo con uno sfascio totale perché l’ex opposizione che fu e che non c’è più almeno dai tempi di Veltroni si è dileguata. Non ha uno straccio di programma, ma si appende alla cintola di Fini aspettando i risultati. Grida ogni tanto, ma si soffoca da sola presto e allora sta zitta e cerca alleati al centro, dando a Fini il riconoscimento di statista e uomo delle istituzioni. Poveri noi! Abbiamo perso il bene dell’intelletto, ma siccome bisogna pur vivere e racimolare uno stipendio, sono convinto che molti nel Pd alla vittoria di Pirro di Berlusconi, hanno tirato un sospiro di sollievo.

Siamo rimasti noi, che non abbiamo più né il sollievo né il respiro.

Eppure, nonostante le apparenze, io sono convinto che possiamo essere più forti di loro e possiamo battere questi lanzichenecchi che occupano indegnamente la nostra rappresentanza. Se viviamo esattamente al contrario di come vivono loro, possiamo ancora avere la fiducia certa che li sconfiggeremo. Se siamo onesti e coerenti con la nostra coscienza, impediremo loro di invaderci l’anima e di devastarcela. Il disonesto potrà anche apparire furbo, ma il più forte resta sempre la persona onesta, anche se all’apparenza può essere giudicata, come lo è dai disonesti, ingenua e fuori del tempo.

In questo tempo senza dignità e onore, è bello essere fuori del tempo e ingenui. Io me ne vanto.

Scrive Bruna Rizzo su Facebook, citando Gandhi: “La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo”

Inettitudine, parassitismo, ignavia, servilismo, cortigianeria. prostituzione morale, ecc., attitudini diffuse nella nostra penisola

Berlusconi, l'inetto che crea l'alibi agli ignavi: tra Prima e Seconda Repubblica
Fonte: Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori http://www.aduc.it Macromicro economia di Domenico Murrone
C'era una volta la cosiddetta Prima Repubblica. Un'entità oggi rimpianta da molti, visti i disastri della cosiddetta Seconda, imperniata sulla figura di Silvio Berlusconi. Un sentimento comprensibile, ma mal riposto, perché le cause di quanto oggi accade sono direttamente ricollegabili ai mali degli anni in cui lo stradominio dei vecchi partiti era incontrastato.
Detto in altre parole, Berlusconi, e tutto il simbolismo che si porta dietro,è la logica prosecuzione di un regime che operava al di fuori del diritto. Silvio è solo più sguaiato e con meno scrupoli, svelando l'ipocrisia che ricopriva la Prima Repubblica.
Gli Anni oggi rimpianti sono assolutamente pieni di non rispetto delle regole, costituzionali e ordinarie. Aggiustamenti continui per adattare le regole alle esigenze immediate, tanto da generare due Costituzioni: quella formale (non rispettata) e quella materiale. Anziché riscrivere le regole, adattandole alle esigenze del tempo, si è preferito modificare in modo larvato, surrettizio e perciò poco trasparente, a tutto vantaggio degli interessi dei vari potentati.
Fanno sorridere amaro quei giornalisti o ex direttori del Tg1 che oggi urlano allo scandalo per la direzione partigiana di Augusto Minzolini, come se nella Prima Repubblica i direttori di Tg1, Tg2, Tg3 non assecondassero la linea politica dei vari Andreotti, Craxi, Forlani, Occhetto, Spadolini, Altissimo, Longo, ecc..
Il Minzo altro non fa che proseguire l'opera di disinformazione interessata, come i suoi predecessori, solo in modo più sguaiato, in perfetto stile col suo referente politico, Berlusconi, che a partire dalla metà degli Anni 70 -visto il monopolio della Rai, il cui essere servizio pubblico era una libera interpretazione dei vari pci psi dc dc pci psi pli pri... (il Partito Rai)- adottò lo stesso metodo della politica e forzando le regole ottenne ciò che gli interessava. Fregandosene del bon ton.
Poi Berlusconi ha voluto governare l'Italia. Non ci sta riuscendo e non solo per gli attacchi di comunisti e magistrati rossi, non solo perché ha propri interessi, che sono prioritari rispetto alle esigenze di riforma vera. Non ci sta riuscendo banalmente perché non è capace, in quest'ambito è un inetto: incapace di svolgere in modo sia pure approssimativo i propri compiti. Dovrebbe ammetterlo a se stesso innanzitutto. Ma è difficile che ciò accada, visto l'ego smisurato derivato dall'aver costruito una città (Milano 2), una squadra di pallone mondiale e un impero mediatico.
Ma la cosa peggiore del tirare a campare berlusconiano è l'alibi che fornisce ai pseudo oppositori. Ignavi, che non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare di avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre. Gente che confonde il problema con il sintomo, creando e inculcando questa relazione: Berlusconi=Problema, finito Berlusconi=finito Problema.
Purtroppo non è così, presto lo scopriremo.
(ndr. Consiglierei anche di leggere l'ultimo intervento dello storico Franco Cardini: L’onocrazia (ovvero il governo dei somari), a proposito della riforma universitaria: http://www.dorinopiras.it/2.0/2010/12/lonocrazia-ovvero-il-governo-dei-somari)